Con il termine tabagismo, si intende una condizione di forte dipendenza dal fumo di tabacco, ossia il reiterarsi della dannosissima abitudine di sottoporre le foglie della pianta a combustione, inalandone le esalazioni a scopo ricreativo. Questa pratica risulta molto dannosa per la salute del corpo umano e rappresenta la principale causa dell’insorgenza di patologie gravi e letali, come il cancro del polmone, malattie dell’apparato cardiocircolatorio e un’altra lunghissima serie di problematiche invalidanti, come la sterilità e l’impotenza.
Nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione, che hanno come scopo quello di far comprendere ai consumatori abituali di tabacco la dannosità di questa pratica, ad oggi le statistiche correlate ai fumatori mostrano numeri davvero impressionanti: sono più di un miliardo gli individui che mostrano abitudini tabagiche e la media di tabacco consumato all’anno si avvicina ai 7 chilogrammi a persona.
Se ancora non sei convinto che No Smoke Spray faccia al caso tuo, ti consigliamo di continuare a leggere quest’articolo. Analizzeremo i danni del fumo, le sostanze tossiche contenute all’interno di una sigaretta e il perchè questa crea tanta dipendenza.
Contenuto articolo
Perchè il tabacco crea dipendenza?
La dipendenza legata al consumo di tabacco è dovuta alla presenza di nicotina, in percentuali variabili, all’interno delle foglie della pianta. La nicotina è un composto organico tossico, che viene biosintetizzato nelle radici della pianta di tabacco, per poi essere concentrato nelle foglie: qui essa rappresenta una difesa naturale della pianta, e agisce come insetticida, allontanando eventuali microrganismi parassitari che potrebbero danneggiare la struttura del vegetale e provocarne la morte.
Dal punto di vista chimico, la nicotina è un composto colinergico, in grado di influenzare il sistema nervoso parasimpatico. Essa agisce sul corpo umano in maniera affine all’acetilcolina, ossia con un effetto prettamente stimolante: anche a bassi dosaggi, l’assunzione di nicotina provoca infatti un aumento del battito cardiaco e della pressione arteriosa, promuove la sudorazione, migliora la peristalsi facilitando la digestione, riduce il senso di fame ed incrementa la concentrazione.
L’azione eccitante della nicotina è alla base del meccanismo di dipendenza: l’assunzione prolungata della sostanza provoca una saturazione dei recettori nicotinici, presenti nel nostro sistema nervoso, facendo entrare l’intero organismo in uno stato di totale assuefazione nei confronti della sostanza. Quando i livelli di nicotina presenti in circolo subiscono un calo, il recettore registra una drastica riduzione del suo accettore principale, restituendo al corpo sensazioni fortemente contrastanti: all’iniziale rabbia e nervosismo, si sussegue un senso di forte stanchezza e spossatezza, fino ad un profondo senso di depressione e di sconforto emotivo.
Danni da fumo: quando sono stati scoperti?
Le prime supposizioni di una potenziale dannosità del consumo abituale del tabacco, non sono di certo recenti: già dai primi anni del Seicento, il re Giacomo I d’Inghilterra, condannava aspramente questa pratica, considerandola fortemente dannosa per la salute dei sudditi, e in molte parti del mondo, la vendita e l’uso personale di tabacco era severamente vietato e punibile anche con la pena di morte. Durante il regime nazista erano già state dimostrate le prime correlazioni tra il fumo di sigaretta e l’insorgenza del cancro al polmone o la comparsa di malformazioni del feto nelle donne in gravidanza.
Negli anni ’50 i medici e gli studiosi hanno iniziato una serie di campagne per sensibilizzare la popolazione, anche se ogni tentativo di limitare il commercio di tabacco si dimostrò praticamente vano. Nel 1994, un chimico statunitense, impiegato nell’industria del tabacco, pentitosi per i danni inferti alla popolazione in seguito alla messa in circolazione di sigarette e di prodotti da fumo, decise di denunciare ogni tentativo dell’azienda di affossare l’evidenza dei danni da tabacco, mediante un articolo scienfitico, pubblicato su una celebre rivista locale.
Quali sono le sostanze tossiche presenti nelle sigarette?
Ad oggi si è compreso che, all’interno dei prodotti a base di tabacco sono presenti migliaia di sostanze chimiche e, tra queste, alcune centinaia sono deliberatamente tossiche e quaranta cancerogene. Il dato più preoccupante è quello correlato al rapporto quantità di fumo inalato-danno tissutale, che mostra dati realmente preoccupanti, dal momento che, è stato dimostrato che tali componenti iniziano a provocare danno al nostro organismo dopo soli pochi minuti dal primo tiro.
Le cinque sostanze cancerogene più letali presenti nel fumo di sigaretta sono:
Catrame: con questo termine, vengono indicate in maniera piuttosto generica, centinaia di sostanze tossiche impiegate per la lavorazione delle foglie di tabacco. I danni provocati dal catrame sono principalmente il cancro del polmone, dell’esofago e delle strutture presenti nella cavità orale. Esso rappresenta anche la principale causa del deterioramento dello smalto dentale, con conseguente annerimento del dente e caduta precoce dello stesso.
Arsenico: si tratta di un composto altamente tossico, impiegato da tempo come insetticita e altamente velenoso per l’uomo, se assunto in grandi quantità. L’azione dell’arsenico sul nostro corpo può essere devastante: dai danni severi al sistema cardiocircolatorio, ad una progressiva incapacità dei sistemi riparatori della cellula di far fronte a eventuali mutazioni del DNA, la continua esposizione a questa sostanza attraverso il fumo aumenta esponenzialmente il rischio di sviluppo di neoplasie maligne.
Cianuro: la sostanza presente nella sigaretta è il cianuro di idrogeno, il tipico veleno letale dall’odore di mandorle amare. Seppur presente nel tabacco in quantità non letali, il cianuro è una delle sostanze più pericolose con il quale l’organismo umano può entrare in contatto: esso agisce legandosi ad una importantissima proteina della catena respiratoria cellulare, formando un composto stabile, che impedisce il rilascio dell’ossigeno dal sangue ai tessuti. Per questo, anche il sangue venoso, generalmente povero di ossigeno e dal colore più scuro e tendenzialmente bluastro, apparirà di un rosso scintillante, esattamente come quello arterioso. La morte sopraggiunge per ipossia multiorgano.
Monossido di azoto: la tossicità di questo composto, deriva dalla sua capacità di legarsi, con maggiore affinità dell’ossigeno, al gruppo eme dell’emoglobina, riducendo in maniera drastica il traffico di ossigeno nel torrente circolatorio e compromettendo in maniera irreversibile la salute dei tessuti e degli organi, generando un immediato senso di fatica e affanno nel soggetto.
Ammoniaca: l’ammoniaca è una sostanza altamente dannosa per l’organismo che, in condazioni di benessere fisiologico, viene eliminata costantemente attraverso il ciclo dell’urea, ed espulsa attraverso le urine. Questo composto viene impiegato nelle sigarette per la sua capacità di agire sulla nicotina, convertendola allo stato di vapore. In questo modo, la nicotina sarà in grado di diffondere con maggiore facilità all’interno dei tessuti, provocando, di conseguenza, un assuefazione maggiore da parte del fumatore.